Fronte

12.04.2012 13:57

Autore: Elmoamf

 

I generali dicono che al fronte è dura!
I generali!?
Ma loro ci sono mai stati al fronte?
Io dico di no!
Le trincee sono avvolte nelle fiamme e i carrarmati ti spazzano via come formiche.
No!
I generali non sono mai stati al fronte.
Loro sono comodamente seduti nelle loro soffici poltrone a sorseggiare caffè.
A sgranocchiare panini tostati - burro e marmellata - sulla loro scrivania di tek...
...mentre allestiscono faraonici piani di strategia e logistica.
A volte li disprezzo ma mi rendo anche conto che sono necessari.
Senza di loro saremmo allo sbando.
 
La prima linea è costretta a convivere ogni giorno con la paura.
Non quella della morte, quella ormai l'abbiamo da un pezzo superata!
E' quella delle atrocità a cui assistiamo che ci dilania dentro!
I cadaveri in decomposizione e lo scempio degli sciacalli mi toglie sempre di più il fiato.
Molti di noi stanno mollando la presa, amico!
Stanno letteralmente cadendo a pezzi!
E' per questo che ci servono i generali.
Loro almeno sono un punto fermo da odiare e rispettare al tempo stesso.
Ti danno quella forza per continuare a combattere che altrimenti avremmo già perduto.
 
Oggi ho saltato la prima colazione. La gamella di latte sciacquato di fango e pane rancido non mi stuzzicava affatto.
Sono qui di guardia alla torretta num.2.
Sembra tutto troppo stranamente calmo.
La quiete da queste parti mi spaventa assai piu' di una tempesta di zolfo e lava.
Non sai mai cosa può accadere l'esatto istante dopo.
Bastano pochi framenti di secondo ed è subito l'inferno.
 
Non voglio annoiarti troppo con il mio delirio di soldato, ma il tedio mattutino mi stimola a pensare.
Mi spinge a riflettere e a trasmetterti i miei convulsi e ribollenti stati d'animo.
Ora devo andare, il caporale di giornata mi sta facendo cenno.
Siamo una lurida dozzina qui al campo, ormai inermi e senza scrupoli
Non desideriamo altro che raggiungere quella sporca ultima meta della collina 119!
 
Ore 2:00 a.m.
 
La notte è sempre densa di mistero.
I compagni russano in branda.
Il fiato grosso e l'aria putrida non agevolano la respirazione.
Io non riesco a prender sonno.
L'intensità del caldo e l'atmosfera cupa e surreale mi rendono inquieto.
Tra qualche ora sarà la sveglia per tutti.
Ci aspetta una missione impegnativa e al campo siamo in fibrillazione da giorni.
Maremma ieri si è scolato 3 bottiglie di soda caustica.
Le teneva nascoste in una buca scavata sotto l'unico albero che è rimasto in piedi.
In questo sperduto ed infame angolo di mondo.
Ha barcollato per ore davanti alla tenda del tenente e poi si è accasciato esausto nella sua cuccia.
Chissà... riuscirà a rimettersi in piedi stamattina?
 
Dovremmo marciare verso Quan Tan.
Ognuno con 1 quintale di esplosivi nello zaino.
Mitragliette, pistole, coltelli e fucili di vario assortimento per fronteggiare eventuali attacchi o imboscate.
La giungla fitta ci è piu' amica che nemica fortunatamente.
Non le presti attenzione ma sa mimetizzarti più di un esercito di camaleonti.
E questo per chi vuole prenderti di sorpresa è un grosso svantaggio.
Quan Tan è un villaggio di 6 abitanti.
Già 6! Solo 6!
Sono gli unici che sono rimasti dopo l'ultimo attacco aereo.
I Khmer Rossi li hanno rasi al suolo come si fa con un rullo compressore per limare l'asfalto.
 
Il ns obiettivo è conquistare le ultime capanne rimaste.
Portare in salvo quei poveri reietti imprigionati nei loro tuguri e mantenere la posizione per 48 ore.
Dopodiché dovremo ripartire per Sen Sepang, alla volta di quello che è diventato il ns miraggio: il Q.G.
 
Sarà dura, maledettamente dura!
Perché in questo genere di operazioni le insidie sono da ogni parte.
Lo spirito del gruppo è alto e la voglia di sopravvivere tenacemente salda.
Arrivare vivi al traguardo spinge tutti a lottare con le unghie e con i denti.
Ancora tre giorni, amico, e sarà tutto finito!
 
"Non possiamo, non vogliamo, non dobbiamo"
Così ci ha detto il generale PIO dal Q.G. di Castel Sant'Angelo.
Scherzo... che terribile scherzo!
 
La missione, fino ad ora, ha avuto un discreto successo: nessun morto, nessun ferito, tutti i civili sani e salvi.
D'altronde eravamo pochi e difendersi era il minimo sindacale.
Che ne dite Generali...?
 
Abbiamo avuto perdite solo tra il materiale:
un'intera cassa di esplosivo è esplosa e abbiamo dovuto fucilare tutti i fucili.
I generali non transigono.
Sostengono con fermezza la necessità di riconquistare i metri perduti o meglio lasciati al nemico.
Misurare il perimetro lasciato scoperto con la ritirata da Quan Tan.
La ritirata... come l'hanno definita loro!
E tutto per due miseri fucili andati in fumo e un paio di cazzuole da muratore.
 
Sto fumando una sigaretta a pieni polmoni.
Il fumo mi rilassa e contribuisce a lenire i dolori causati dall'aria pesante di adrenalina.
Qualche mese fa hanno trovato una macchia nelle mie radiografie.
Qualcuno le aveva inavvertitamente lasciate alla mensa militare tra dita grasse e verdure ammuffite.
Ora l'olio troneggiava fiero tra i batteri.
Si quelle macchie tra i miei polmoni mi preoccupano alquanto.
Al tempo in cui mi avevano dato la notizia avevo preso in seria considerazione l'ipotesi di agire con un panno scottex...
...ma l'idea era stata subito scartata dai medici perché troppo rischiosa:
"I disegni ad inchiostro vivo che rendono così vivaci e simpatici quei fogli di carta assorbente potrebbero rivelarsi letali".
Così mi hanno detto.
E per il mio fragile corpicino, minato e logoro da mille combattimenti, non ci sarebbe stato più scampo.
 
Vorrei tanto sorseggiare succo di mela e sdraiarmi sotto il sole caldo di Montego Bay.
Già! Sento l'odore delle canne (da zucchero) che dolcificano l'aria.
Con il loro inebriante aRoma (ahoooo...mhaa...ndovai, nun te capisco ...mhaa che sta'a addì).
 
La sabbia soffice e tiepida sotto le palme dei piedi, dove le noci di cocco custodiscono i loro nidi.
Ho sempre sognato delle noci di cocco fresche appena colte tra le dita delle palme dei miei piedi.
Lo spettacolo che mi si para qui davanti agli occhi è disarmante:
niente piu' acqua, niente piu' servizi igienici e sanitari di primo soccorso.
Tanto che a volte ci si sente persi nell'impossibilità di defecare.
E, intanto, l'allarme Defcomb è ancora a codice 4 e nulla ci fa intuire di essere prossimi alla meta.
L'avventura continua ... e come i cavalieri della tavola rotonda siamo alla perenne ricerca dell'arca perduta!
 
E’ il giorno num.8 per la ns missione.
 
Otto giorni come quelli che un tempo erano i masnadieri dell’apocalisse, ma diviso per due.
Tom Ping Pong è sempre allerta con quella rutilante pallina fra le mani.
Non saprei dire se è più rotonda lei o quel fisico da giardiniere che si ritrova.
Oggi ho zappato un pezzo di terra per seminare alcune piantine trovate lungo la strada verso il Q.G.
Siamo ripartiti solo da 12 ore e già sento la nostalgia dei dotti dell’infermeria.
Con i loro camici verdi e quelle buffe mascherine che utilizzano per ripararsi dai bacilli.
Quali bacilli, imbacilli!
Se qui è tutto un fetore e putride latrine.
Fuori il fuoco delle armi ha riarso l’impossibile e Voi ancora con la mascherina del Dottor Kilder.
Poveri illusi!
Non è con quattro tendoni di stoffa e qualche telo trasparente che ci si salva il culo dal nemico.
Quello… Il Nemico… qualcosa da infilartici dentro la trova sempre!
Così come il modo per farcela entrare...quando meno te l’aspetti.
Tu tranquillo seduto sulla tazza del cesso e Lui sotto che spinge la “suppostina”.
 
Non voglio sconvolgerti ne tediarti con le mie lucubri descrizioni.
Neanche rattristarti con questi spezzoni di sprezzante realtà.
Oggi è un giorno lieto e ne saranno felici anche i miei dotti.
Loro che asseriscono:
“…che soffro di un disturbo di personalità, provocato da un’alterazione socio spazio/temporale.
 Conseguenza di un dissociamento ambientale legato al difformismo cosmico potenziale plenario.
 Il quale unito alle costanti sollecitazioni emotive e agli stress psico-parietali, determina uno squilibrio nevrotico plurimo.
 Squilibrio che, associato all’involuzione post-enfatica dell’io riemerso, accentua gli stati di pseudo ipnotismo distonico”.
 
Al che io mi sono chiesto:
“...??? Ma chi cribbio è sto distonico che m’ha alterato er cervello”.
Tu dirai:
“Il Nemico!”
 
“E appunto” dico io!
E' stato il nemico.
“Per questo siamo in guerra”.
Asseriscono i generali.
E non potrebbe essere altrimenti.
 
Ore 20.25 p.m.
 
Siamo in attesa della cena.
Abbiamo da poco preso posizione sul campo e alcuni compagni sono ancora affacendati nel montare le tende.
Non ho molta voglia di mangiare stasera.
Resterei volentieri qui, seduto ad osservare quelle scarne nuvole nel cielo.
Già! Perché le nuvole sono fatte solo di etere solforosa.
Di acqua che si è volatilizzata.
Sono giorni che non chiudo occhio e la mia testa è sempre più pesante.
Non sopporto più il peso di questa guerra.
I cadaveri lungo la strada, lasciati come immondizia.
E i bambini che non sanno più sorridere.
Nell’ultima incursione abbiamo perso Jack.
Si era attardato nella giungla ed una ragazzino di undici anni gli ha infilzato lo stomaco con una canna da bambù.
Come fosse terriccio umido.
L’ho visto con i miei occhi.
Sorprenderlo alle spalle... da dietro un cespuglio...
...uno di quei migliaia, maledetti cespugli.
E saltargli addosso come un’animale spiritato e affamato.
 
Mio Dio!
Era solo un ragazzino di undici anni!
Il suo viso era già una profonda e scura macchia di odio.
Una maschera impaurita!
Gli si è avventato sopra e la squartato senza pietà.
Uno, due e poi tre colpi nel petto finché Jack non è affogato nel proprio sangue.
Gli occhi del ragazzino scintillavano come impazziti.
Una follia paradossalmente intrisa di lucidità d’esecuzione e velocità di manovra.
Dopo averlo massacrato gli ha abilmente sottratto il fucile e tutto ciò che potesse tornargli utile.
Sicuro di non essere osservato da nessuno, si è seduto sul suo stomaco e si è gustato la tavoletta di cioccolato che Jack teneva nascosta nello zaino.
Io ero lì! Impietrito!
Incapace di muovere un dito.
Mi si era gelato il sangue nelle vene...
...ma non riuscivo a togliere lo sguardo su quell’innocente creatura.
La vita, la miseria, le circostanze misere della vita, l'avevano resa cosi crudele.
 
Ho ancora quell’immagine nella mente mentre ghigno amaramente alle nuvole.
Vorrei tanto essere una di loro oggi ma il cielo non me lo permette.
La mia missione è la mia condanna e la mia condanna oggi è vivere.
 
Ore 2:43 a.m.
 
E’ notte fonda al campo.
Civette e pipistrelli animano l’attesa tra le fronde degli alberi circostanti.
Alle quattro dovremo levare le tende.
Sarà un’altra lunga giornata...ma questa non è una novità.
 
Qui nella giungla le giornate non hanno fine così come non hanno inizio.
Tutto è un lungo e costante martirio.
Le stelle: che nell’oscurità illuminano con agghiaccianti lampi d’avorio e giada le verdi distese dei campi.
E il sole: che brucia i polmoni durante le ore di punta.
E’ un ciclo continuo che non conosce soste.
Noi ne siamo soltanto i tragici quanto comici protagonisti.
Pochi sono quelli che quando è possibile veramente riposano.
Ancor meno quelli che riescono a dormire anche solo qualche minuto.
I generali hanno stabilito un rigido tabellino di marcia dalle loro confortevoli culle nei quartier generali.
Puntare dritto su Huo Mi Chin!
Prima che il nemico abbia il tempo di respirare.
Obiettivo: togliere anche le ultime stille di fiato all’esercito di Cian Chou Lai.
E strozzarlo nella gola di Lehy Zhue...con tutti i suo tremilaecinquecento omini soldati.
E dovremo essere noi i boia a compiere l’azione.
 
La fortuna ha baciato il nostro flaccido culo ancora una volta.
La fortuna ci ha riservato nuovamente l’onore di seviziare un altra manciata di sventurati.
Si perché in guerra non ci sono buoni o cattivi ma solo esseri sventurati che il fato ha premiato con la sua spada di Damocle.
 
I generali non ammetteranno errori così come non accetteranno scuse o sconfitte.
L’imperativo è vincere!
E demolire l’avversario!
Tanto perché non possa rialzarsi.
E ciò significa...in altri termini: sterminarlo!!!
 
 

Argomento: Fronte

Nessun commento trovato.

Nuovo commento