Il Cammino

12.04.2012 13:03

Autore: Elmoamf

 

Ognuno di noi, nell’infantile stato del bambino, nasce puro, di energia vitale, totale ed universale.
Ciò che noi aneliamo come Dio, nostro Padre e Creatore, si rispecchia nell’innocenza dell’infante.
Come un fiore, egli sboccia volgendo lo sguardo alla primavera della vita.
Desideroso solo di emozioni intense e naturali.
La sua spontaneità è la spontaneità e l’amore di Dio.
 
Crescendo il peso del suo “corpo” umano, bagaglio di conoscenze acquisite durante il cammino, lo portano ad allontanarsi dalla via maestra.
Alla ricerca di quell’intimità spirituale, perduta nella materia e nella staticità dell’essere.
Il cammino dell’uomo è quindi null’altro che un ritorno.
Un ritorno ad uno stato fluido e suadente, tutt’uno con l’universo, pur nella sua peculiarità cristallina.
Il cammino dell’uomo è un cammino di consapevolezza e di evoluzione interiore.
Nella ricerca del “semplice” che racchiude ogni cosa.
Quel semplice che non ha bisogno di una spiegazione.
Percepito in modo puro dal bambino che ne incarna la disarmante “elasticità”.
 
Tutto agli occhi del bambino è ad un tempo: gioco, scoperta, crescita e vita.
Tutto egli pervade con lo sguardo e penetra con la mente.
Nell’irrazionale movimento dei suoi passi, nel gesticolare confuso e nell’apparente incoerenza delle sue azioni.
 
L’uomo, il divenuto adulto, osserva il bambino con incredula ammirazione.
Sconvolto ed affascinato da tanta “bellezza”.
Egli ambisce al raggiungimento di tale armonia con il mondo.
Armonia che negli occhi del bimbo esprime il sorriso.
 
Si ritrova così istintivamente nella ricerca di quell’equilibrio interiore.
Un equilibrio un tempo appartenutogli ed ora smarrito.
Perso nel labirinto del mondo sensibile permeato di totale corporeità.
 
Egli si angustia infruttuosamente nel cercare delle risposte.
Si accanisce quotidianamente nel tenace tentativo di dare una forma compiutà ad ogni suo "Perché".
Nell’estenuante sforzo di organizzare ed ordinare ogni sua attività, inutilmente scompone e ricompone tasselli di un'ideale scacchiera.
Tutto al fine di scovarne il filo logico che inequivocabilmente li unisca.
 
Il nocciolo delle continue ed instancabili indagini dell’uomo è tutto qui:
Quel filo logico che unisce “cosa” a “cosa”.
 
Immerso nelle sue inesauribili analisi, pienamente concentrato nell'elaborazione di una spiegazione coerente.
Nella formulazione di una "Dottrina" che sia anche sostanza empirica concreta, oltre che supposizione teoretica, meramente speculativa.
Egli tralascia così di notare ogni altro elemento, credendolo ostinatamente già incluso nel magma delle sue elucubrazioni.
 
L'uomo, infatti, non si sottrae a nessun tipo di esame: fisico e mentale.
Convinto della necessità di razionalizzare e trascendere ogni concetto.
Di scindere ogni atomo in ogni sua particella.
Per arrivare a scoprire di ogni idea la sua radice genitrice.
 
Non si accorge, in tal modo, di allontanarsi irreparabilmente dal cammino che sin lì lo aveva portato.
Animato da una forza che si rivela in realtà disgregatrice.
Con gli strumenti da lui stesso creati a giustificazione del suo operato, l'uomo genera ulteriori realtà sofisticate ed ingannatrici.
Realtà che ammantano ancor più di mistero il cuore della verità, nascosto nell’immensità di ciò che ci circonda.
 
Il cammino del “profeta” è un cammino d’incertezza.
 
Se da una lato, però, risulta naturale sottolineare la fallacità di un tale percorso, d'altro canto ciò non ne sminuisce la forza e le motivazioni.
Pur nell'illusoria speranza di trovare il sentiero maestro, il cammino è e rimane lo scopo essenziale.
 
L’essenzialità del cammino è sottesa, enigmatica ed arcana.
Ognuno di noi sa, nel suo intimo inconscio, di aver intrapreso quel percorso la cui destinazione è ancora ignota.
Nell’anima di ognuno di noi, comunque sia e comunque vada, alberga il desiderio di mettersi in viaggio… e di raggiungere quella meta.
 
Non importa a quante domande non saremo in grado di rispondere.
Non importa quanti dubbi ci continueranno ad assalire.
Non importa quanto oscura sarà la strada o, al contrario, quanto accecante sarà la luce.
Nulla importa se non il cammino stesso.
 
Siamo esseri imperfetti in pellegrinaggio verso la fonte della perfezione.
Ad ogni tratto lasciamo una parte di noi stessi e acquisiamo un nuovo equilibrio ed una nuova armonia.
Perduto il passato, accareziamo il presente, plasmando il ns futuro.
 
Finché un giorno, chissà... sulle ns labbra si disegnerà nuovamente quel sorriso infantile.
E saremo finalmente pronti per riconciliarci con il creato.
 
 

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