Legami segreti

21.03.2012 11:51

Autore: Elmoamf

 

L'11 luglio 1982 al 58° minuto del secondo tempo Paolo Rossi segnò di testa, in una rocambolesca mischia, il suo sesto gol nei campionati mondiali di calcio.
Diede così il via alla conquista di quell'agognata finale.
Simbolo di un "evento di passaggio" epocale, in quella torrida.. rovente estate di inizio decennio.
 
Quel generoso e storico squadrone azzurro entrò nel cuore di milioni di telespettatori.
Il coraggio, la classe, l'estrema determinazione dimostrata nell'affrontare avversari improbi.
Avversari sulla carta decisamente proibitivi e sull'erba leziosamente e tatticamente più dotati.
 
Questa fusione alchemica di elementi, in totale incoscienza percepiti, trasmutò i reietti di Bearzot nei leggendari uomini del mundial de España.
Quella suggestiva notte al Santiago Bernabeu di Madrid lasciò epslodere gli entusiasmi repressi di un popolo prostrato ed annichilito.
 
La Germania Ovest, capitanata dallo stoico terzino Paul Breitner (centrocampista per l'occasione), si era arresa.
L'irresistibile forza d'urto degli indomiti italiani si era dimostrata superiore oltre ogni limite possibile.
 
In verità fu un torneo per entrambe le compagini vissuto fra alti e bassi.
Parimenti fu condito di intense e profonde emozioni.
Adrenalina pura e mirabile suspense da ultimo minuto, nella più gloriosa delle arene moderne.
In una cornice di pubblico spettacolare degna delle migliori clip cinematografiche.
 
L'Italia era inaspettatamente sul tetto del mondo.
 
Per le strade e nelle piazze era un giubilo infinito di folla, di follia e felicità.
Il nord facoltoso, il centro sbruffone e popolano, il sud sornione ed emarginato, erano finalmente uniti dalle gesta di uno sparuto manipolo di calciatori.
 
Anni recenti di frustrazioni, di paure e di tremendi dolori furono annegati in fiumi di spumante nostrano.
Avvolti in bandiere tricolore sventolate orgogliosamente, fieramente e solennemente sui tetti di macchine utilitarie di perduta memoria.
 
Nulla capita per caso. Nulla è frutto di coincidenza.
Gli onori della patria ad un groppuscolo di eroi che alzarono una coppa in nome della rinascita di un di uno Stato e di una Nazione.
 
Nulla capita per caso.
 
In quell'anno, il 1982, il primo governo italiano (dal dopoguerra in poi) guidato da un non democristiano: il repubblicano Giovanni Spadolini.
A pochi mesi dalla sua stessa nascita (avvenuta nell'estate precedente per mano di un lucido e vivido Pertini) quel governo già lentamente agonizzava.
Tra ricatti incrociati e lotte di potere nel vasto ginepraio democristiano, si consumava un epoca fatta di fragili equilibri ormai non più sostenibili.
 
L'ascesa dei socialisti apriva un nuovo corso nella storia repubblicana.
Vecchi legami venivano recisi e sostituiti da altri che ne potessero rafforzare gli intrecci comunque persistenti.
 
Necessario era scioglere alcuni nodi divenuti scomodi.
Far spazio a nuove personalità in grado di cogliere quelle opportunità rese disponibili dal nuovo decennio della Yuppie Economy.
I rampanti della politica erano nella loro rampa di lancio.
 
La traiettoria della loro parabola, l'iperbole di quella stessa ascesa e successivo declino rimanevano incerte e per tali motivi rischiose.
Ciò nonostante erano le carte più vantaggiose da giocare ed il rischio come si sa fa parte del gioco.
 
Nulla è frutto di coincidenza.
 
Le persone o meglio le personalità che assunsero la ribaltà successivamente a quel trionfo sportivo, dominaro lo scenario onnicomprensivo degli anni ottanta.
Traghettarono l'Italia tra gli oceani in tempesta della geopolitica mondiale e dell'effimero pressappochismo e campanilismo peninsulare.
 
Un Italia dilaniata dalla criminalità organizzata, dal terrorismo ideologico e dai complotti ai vertici "devianti" dello Stato.
Al di fuori di essa, un mondo fatto di blocchi monolitici convenientemente contrapposti su di un'ideale scacchiera bipolare.
 
Quell'Italia oggetto continuo di malcelate strategie di controllo. Primo e sempre pronto agnello del sacrificio da immolare "alla bisogna".
Strategie inequivocablmente e volutamentne palesi, dovute all'arroganza e alla superficialità strafottente delle potenze allora dominanti.
 
Potenze che trovarono facile giuoco in quella meschina realtà italiota divisa tra corrotti e corruttori.
Opportunisti, finti invalidi, operai cassintegrati e sindacalisti.
Imprenditori in erba, negozianti del medio ceto emancipato, evasori ed impiegati ad equo canone.
 
Meritatamente, forse, la congrega di santi, navigatori e poeti dall'idioma vagamento latino, rivestì il ruolo di buffoni di corte.
Ridenti ed imbonitori, allestimmo spettacoli per il piacere ed il guadagno altrui.
 
Un intricato contesto nazionale ed internazionale che di lì a qualche anno sarebbe "miseramente" crollato.
 
Alcune di quelle personalità carismatiche tentarono di ritagliararsi uno spazio proprio, indipendente.
Uno spazio spesso circoscritto ad un immediato tornaconto, un indiretto beneficio o ad un unica e biasimevole convenienza.
 
Alteresì, mirarono a ritagliare un ruolo più decisivo, di maggior importanza e visibilità per il loro paese.
Forse per un edonistico prestigio personale o per la sete stessa di potere o forse... chissà... utopisticamente sognando:
Per una visione del "mondo" alternativa.
 
Alternativa a quella spavaldamente atlantica come a quella oppressivamente euroasiatica.
 
Non siamo in grado di colmare tale lacuna. Neanche oggi con il senno di poi.
 
Resta il fatto che tale generazione fu spazzata via con un colpo di spugna improvviso.
 
Un immediato e cruento uragano si abbatté chirurgicamente sui cardini e sulle strutture di quella neo-affermatasi elite di gorverno.
 
Un'elite che aveva guadagnato un consenso preoccupante sulla scena politica interna ed internazionale.
Un'elite che pertanto andava ridimensionata.
Un'elite che decisamente, opportunamente e rapidamente, doveva essere resa innocua.
Un'elite che conseguenzialmente andava screditata, nel perenne gioco delle false verità costruite a tavolino.
 
A rovistar nel torbido si fa presto !
Sotto la fitta coltre imbiancata delle facciate dei palazzi "per bene" si cela sempre una crosta torbida e corrosiva.
"Gratta..gratta.." si possono scoprire sempre cose utili e dilettevoli.
Cose dal sapore piacevolmente sgradevole:
valigette di segreti putrescenti, scatole calpestate colme di inganni, storie ambigue indubbiamente meritevoli di condanna.
 
Nel frattempo, dalla conquista di quella terza coppa del mondo alle notti magiche di "Italia 90", il bel paese gettò le basi del suo enorme debito pubblico.
 
Sulla spinta delle istituzioni finanziarie, un impero (quello sovietico) si disgregò.
Un nuovo impero, di carta, venne edificato: la UE.
Una nuova moneta: l'Euro; venne istituita.
Le nomenclature burocratiche sovranazionali presero il sopravvento ed i vari stati nazionali cedettero loro volentieri la propria sovranità:
La vacua sovranità del popolo.
 
Sullo sfondo indistinto, gli attentati politici e religiosi, gli attacchi continui e coronati dal successo contro inermi servitori dello Stato.
 
Tutto ciò rese il gioco più oscuro così che non fosse di chiara ed univoca comprensione.
Così che il dubbio e la verità sui vari piani di realtà e reale succesione degli eventi non fossero immediatamente ricollegabili... motivabili.
 
Le pagine web e gli scaffali di ogni libreria, sono stracolmi di fatti e dettagli; di uomini, di nomi e cognomi.
Di luoghi e circostanze; di documenti e dichiarazioni; di processi, verbali, imputazioni ed infine... assoluzioni.
 
Inviterei chiunque a farsene una cultura anche solo appena superficiale.
 
I legami segreti sono fili sottili su cui tutti noi inciampiamo ma che solo pochi sono in grado di cogliere e valutare.
 
"A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina" (G.Andreotti).
 

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