La beata ignoranza del viver comune!

11.07.2012 15:59

Autore: Elmoamf

 
Sono giorni di spiaggia e di caldo afoso.
Giorni in cui l'afa consuma litri di acqua ed indumenti maleodoranti.
In questi giorni... di un'estate inconsueta, si alternano costanti:
Voci di crisi e di sacrifici.
Il popolo non raccoglie o accoglie il richiamo!
Si limita al quieto vivere ed al rimbrotto personale con il vicino d'ombrellone.
Siamo molto impegnati sul fronte delle chiacchere, spesso informali e incostruttive.
Poco arrabbiati e seriamente perplessi sul ns futuro.
Perché?
Perché tutto scorre come se realmente nulla accadesse.
I cambiamenti più profondi si disseminano nelle pieghe della storia e pochi sono in grado di coglierli o farci caso.
Nel medioevo quante guerre e rivoluzioni "pseudo silenzione" si sono succedute eppure il popolo è stato per secoli quello dei servi della gleba.
Il popolo coltivava la terra per il padrone come oggi coltiva il lavoro per l'imprenditore.
Non solo... oggi l'imprenditore stesso coltiva il profitto per il "legislatore".
Quello che un tempo era il "Sovrano" oggi è il Capo dello Stato e la sua congrega di accoliti internazionali.
Il popolo ascolta il notiziario, si rende protagonista sui social network, parla di i-pad e i-phone.
Non rendendosi neanche conto delle reali potenzialità di tali strumenti.
Lasciandosi risucchiare solo dalle moderne sirene della maga Circe.
Le App queste entusiasmanti e labirintiche applicazioni interattive.
Dietro di loro impegnamo il ns tempo e la ns attenzione, tralasciando tutto il resto.
La connessione wi-fi, una grande rivoluzione... gestita però come eterni adolescenti alla ricerca della ns hit estiva e del ns tormentone ipnotizzante.
Ci scateniamo in danze tribali stile alligalli... ma in versione pop o meglio latin pop!
Chissà...forsè peche assume un "appeal" più sensuale?
Nessuno però ha l'ardire di affrontare discorsi più concreti.
Non diciamo seri, perché sopraggiungerebbe immediatamente la noia...ma concreti...?
Il ns quotidiano, come si diceva tra il serio ed il faceto, scorre senza troppe "illusioni"!
Parallelamente, senza eccessive privazioni.
La ns comunita media nazionale si dibatte più sull'effimero che sul concreto.
In fin dei conti i supermercati fanno ancora affari e la televisione è sempre accesa.
L'acqua si preferisce comprarla in bottiglia mentre quella che scorre dentro casa è amabilmente sprecata.
L'energia elettrica è a ns completa disposizione come le reti di telecomunicazione.
Cosa dovrebbe esserci di così coercitivo nel sistema?
E' impossibile realmente percepirlo.
Anche quando ci si incammina per il viale dello "struscio" (n.b. quel viale dove le persone vanno e vengono e bivaccano nei centri cittadini!)!
Si fa fatica ad immedesimarsi nel "povero" che chiede l'elemosina.
Poiché si è portati a considerarlo un parassita.
"Io lavoro, produco, pago, pretendo..."
Sentenza mitica di molti anni orsono e di lombarda memoria!
Noooo! Noi non siamo con l'acqua alla gola.
Pertanto tutto risuona come un motivo alquanto canzonatorio.
Il bagno al mare stile Fantozzi nella discarica... il famoso pesce Ratto.
Per noi è comune viver e sentire!
E se non lo sentenzia la televisione che il ns bagno è fatto nei contorni di una discarica...per noi tutto è normale.
Passegiare tra gli escrementi e le lattine del cancerogeno alluminio...
Gettare a terra il ns mozzicone perché non abbiamo tempo per preoccuparcene personalmente.
E' questa la società che vogliamo!
Ed è questa la società che meritiamo!
Una società in cui il qualunquismo è imperante e chi lo fa notare è un abominio della creazione.
Un folle, un reietto...che non merita attenzione.
Non merita riguardo od interesse o semplice ascolto.
Perché i folli non possono esprimere sostanza.
Non possono esprimere concretezza.
Non possono esprimere alcuna reale problematica.
I folli sono...al più dei visionari o dei miseri e volgari "iettatori".
Portatori di un messaggio avvilente che non merita affatto di essere ascoltato.
I folli vanno tutto al più assecondati e nel profondo o con l'altrui uditorio: derisi!
 
Non c'è posto per i folli nel viver comune.
Tutto lo spazio è occupato dalle banali ed anonime vicissitudini della kermesse popolare!
 

 

 

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