La felicità di un "figlio" prima di ogni altra cosa!

31.07.2012 17:43

Autore: Elmoamf

 

In questi ultimi giorni mi sono ritrovato a riflettere...
Sulla sofferenza dei rapporti umani: la vita, la morte, le relazioni sociali e le contraddizioni...sociali.
Lacrime sincere ed irrefrenabili sono sgorgate dalle persone a me più vicine.
Io stesso non sono stato in grado di trattenerle, allorché quella sofferenza sentivo mia più che mai.
Persone lontane un tempo vicine, compagnia quotidiana di una passata mattanza amicale e burlesca che il tempo e gli eventi hanno poi distanziato...
Sono venute personalmente a mancarmi...
Non per altro, forse, le sento oggi più vicine di quanto mai avrei potuto...altrimenti!
Persone, diversamente, vicine eppur distanti per mia o loro od altrui volontà...
Non in grado di esprimere appieno ed in un confronto il loro disagio: Emotivo! Sociale! Esistenziale!
Persone all'apparenza indifferenti: sia del quieto vivere che del divenire...
Il complesso divenire evoluzionistico...
Metaforico, arcaico, materiale ed immateriale.
Avveniristico, futuribile eppur contemporaneo.
Inconcepibile alla mente umana eppur sensibile ai ns pensieri.
Difficilmente...concretamente interpretabile.
Il complesso divenire del terzo millennio!
 
In questi ultimi giorni mi sono su questo ritrovato a riflettere!
Perché ci danniamo ? In una vita di stenti !
Perché ci interroghiamo...nell'assoluta mancanza di volontà nell'ottenere chiarimenti?
Profetica ed Immanente rimane per me una composizione del compianto John Lennon:
"God"
Non tanto per la figura di Dio, che per ognuno rimane (e per me dovrebbe rimanere) un esperienza assolutamente personale.
Quanto per la figura dell'Io "intimo" che al termine della "lirica" rimane!
 
La profondità di molte composizioni è stata, per me, colpevolmente sottovalutata dai "miliardi" di "ascoltatori" che nel tempo si sono succeduti...
...in questo misero mondo di "puerile materia"!
Ognuno di noi è a suo modo colpevole della sua "felicità".
Tralascio appositamente il concetto di infelicità che in altra "sintesi" proprio non dovrebbe esistere.
Siamo non stessi gli artefici della ns realta: misera, immediata, lungimirante o qualsivoglia essa sia!
 
Guardando negli occhi di un figlio ci specchiamo in quella stessa...immane...immediata...eterna...realtà!
Ed un figlio non è solo ciò che per "non tutti" fisicamente" potrebbe essere la fortuna stessa del concepire un essere:
Espressione intensa, diretta, personale e fisica del concepimento umano... od animale... o vegetale...!
 
L'espressione filiale sicuramente nasce, per noi esseri imprigionati nella "materia" dell'intelletto...di quell'intelletto tipico della concezione materiale...
...nasce dalla genesi del ns intimo concepire la realtà come estensione di noi stessi!
 
La difficoltà nel comprendere che quell'estensione è già altro rispetto a noi...ci porta inevitabilmente alla "divisione"!
Alla conseguenziale "negazione" del ns intimo Io.
Senza probabilmente comprendere che quella estensione, quella divisione, altro non è che un successivo passaggio...
Un passaggio, verso la partecipazione ad una comprensione e compenetrazione più grande... ed... eterna...!
 
Per questo la felicità di un "figlio" viene prima di ogni altra cosa!
 
 

 

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