Lehman Brothers, la Crisi e la politica dei Fondi Pensione complementari

03.12.2012 01:51

Autore: Elmoamf

 

Ero impegnato nella stesura di un altro scritto ma le curiosità della vita lasciano emergere solitamente la mia istintiva vena d'adattamento alle necessità di comunicazione.

Devo riconoscere che gli spunti di riflessione che si possono trarre dalle più disparate ed inaspettate conversazioni sociali, costituiscano una ricchezza inestimabile in termini di approccio alla realtà da parte dei suoi vari attori (individuali o collettivi che siano).

Dovendo, nei fatti, riferirmi al titolo qui esposto riprendo un punto interrogativo lasciato volutamente in sospeso, in attesa di una risposta "concreta" che (ahimé) personalmente non si è presentata.

Solitamente gli interlocutori seri (non necessariamente professori universitari o alti accademici, quantomeno sostanziali assertori ...), in qualsivoglia materia preparati, non si lasciano quasi mai andare ad interpretazioni, analisi od opinioni se non pienamente consapevoli delle proprie basi. Così come dei numeri, dei fatti e dell'opinioni altrui riscontrabili (istituzionali, giornalistiche o cialtronesche che siano).

Quando però a caldo si risponde "per sentito dire".. ossia per opinioni riflesse o per superficiale ed opportunistica valutazione [magari anche legittima ed ingenua .. per carità .. la buona fede non si nega a nessuno] o per ignoranza dei fatti, tratta da subliminale assuefazione o ipnosi nei confronti del soverchiante sistema di comunicazione mediatico, allora si rischia di scadere nel qualunquismo biasimevole e soprattutto riprovevole.

Ritengo, infatti, che il primo dovere di noi stessi sia nei confronti della sincerità nei ns propri confronti ma il secondo risieda necessariamente nell'assenza d'ipocrisia nei confronti degli altri.

In parole povere: Se personalmente ti sto mandando a "cagare" (mi si perdoni l'oxfordiana locuzione) sarà mia cura riconoscere il mio insulto ma allo stesso modo dovrà essere mio dovere non cedere alla falsità di ritenerti nel giusto.

Fermo restando il rispetto delle opinioni altrui, se alcuno dovesse esporre una teoria spacciandola per dogma parimenti dovrebbe esservi qualcun altro in grado di confutarla, giacché è nel contraddittorio che probabilmente e sperabilmente giace la sintesi della verità.

 

Ora, partendo da questo assioma e ricollegandomi al titolo, mi preme sottolineare una questione per me centrale nella trattazione del concetto di "Crisi".

 

Il concetto di "Crisi" lo viviamo nel presente come frutto avvelenato tratto dall'albero del Debito Sovrano.

E già, perché di sovrano oggi ci è rimasto solo il debito: quello privato (finanziario) in consecutio temporum a quello pubblico (frutto di sudore e livore).

Troppo spesso dimentichiamo, poi, che ad un debito .. ad ogni debito .. corrisponde un credito.

E ad ogni crisi fatalmente corrisponde una rendita, nel complesso scacchiere degli interessi corporativi "consolidati".

 

Esaminando, di conseguenza, il meccanismo dei crediti, dei debiti, delle rendite e delle strutturate e studiate "Crisi", attraverso l'imprescindibile lente della finanza [o meglio del suo alter ego più sofisticato: la finanza strutturata] si potrebbe forse scoprire come alcuni strumenti si siano rivelati propedeutici ad incentivare o sostenere o dissimulare tale meccanismo al solo scopo di renderlo immune da qualsivoglia analisi critica pertinente.

 

Entrando più nel dettaglio, ossia tralasciando almeno in questa fase un argomento per la verità "cardine" della trattazione (personalmente ragionando), la commistione tra economia reale ed economia finanziaria ha subito, nell'ultimo quarto di  secolo, un accelerazione tale da infliggere alla prima ogni nefasta conseguenza nella gestione della seconda.

 

Pur essendo conscio della necessità di un trattato in materia, per render chiari ai più concetti oscuri od ambigui se non enigmatici ... non potendo disporre in tal sede di un simile vantaggio ... mi limiterò qui ad alcuni tratti salienti di un augurabile riflessione.

 

Ho citato, non a caso, nel titolo il crack Lehman Brothers .. poiché fonte d'ispirazione per la genesi di questo scritto. Elemento vitale nell'osservazione delle dinamiche speculative sui mercati internazionali dei capitali come delle politiche da struzzo dei governi nazionali.

 

Rispetto al crack della Lehman, di fronte ad una mia personale scelta di ritirata ... glissando "ingenuamente" nella reazione, altrettanto ingenuamente mi è stata esposta recentemente una "disamina" alquanto opinabile e riduttiva dei fatti, almeno dal mio umilissimo punto di vista.

Evidentemente per alcuni, forse una maggioranza .. chissà, l'attuale "Crisi" è sorta per l'improvvido ed inaspettato comportamento di un attore finanziario che ha investito più di quanto dovuto, speculando unicamente su stesso o meglio sulle proprie capacita di "performance".

In altre parole, così come Lehman è crollato su se stesso per aver investito su stesso (???) i suoi stessi denari (???) allo stesso modo le economie europee più fragili e periferiche stanno cedendo a causa dei loro sperperi sul debito pubblico.

Viceversa, una maggiore accortezza nella valutazione dei propri investimenti avrebbe potuto evitare se non addirittura garantire una prosperità futura ad entrambi !!!

 

Sarei anzi sono portato a rispondere con una massima di Toto: "Ma mi faccia il piacere"

Sperando almeno di non averla travisata più di tanto.

 

Il Crack Lehman, pregevole elemento di sintesi nel collaudato schema degli atlanti storici e storiografici, è certamente servito allo scopo. Esemplare emblema di un sistema in grado di correggere se stesso nascondendo a se stesso i palesi motivi della sua implosione.

 

Per alcuni, quindi,  Lehman Brothers sarebbe crollata per aver auto-investito nei suoi fondi pensione.

Per carità, probabilmente anzi sicuramente, avrò compreso male. Magari ero troppo stanco o indolente per comprendere il mio interlocutore. O magari troppo tronfio di me stesso per starlo ad ascoltare e quindi ho travisato per mia stessa opportuna derisione. Chissà ?

 

Rimane un fatto!

Al di là della storia recente ed attuale che detta e ha dettato i passi della ns comica tragedia moderna.

Dal collasso dei "mutui subprime", di cui Lehman si rese protagonista, alla ripercussione sui mercati dei derivati, su cui i fantomatici speculatori dei mercati fecero o lasciarono fare il resto. Sino ad arrivare al salvataggio coatto dei governi nei confronti del sistema bancario.  Alla conseguente necessita degli Stati di rivalersi sull'economia reale, ossia sull'ingenua e stordita cittadinanza attraverso l'inasprimento della pressione fiscale, sociale, giuridica ed economica...

Rimane un fatto!

Al mio indicare i fondi complementari pensionistici italiani come strumenti di alimentazione di un sistema finanziario malato, avvitato su stesso, intenzionalmente e fraudolentemente.

Sistema figlio di una distorta comprensione dello strumento d'intermediazione sociale quale la moneta ... intesa più come mezzo di coercizione che come mezzo di scambio.

La risposta si è rivelata come una discreta difesa d'ufficio.

Saltando a piè pari l'intendimento di fondo da par uomini assuefatti al sistema noi siamo!

 

No! I fondi complementari sono un elemento di salvezza per chi oggi non è in grado di contare su di una pensione tradizionale!

 

O mia "Grazia" che assurdità, mi verrebbe da esclamare or ora.

 

Mi chiedo, infatti, chi stabilisca la priorità nell'accumulo di un bene fittizio come può esserlo un titolo di credito "valutario" rispetto alla ricchezza della vita e dell'essere vivente in senso lato.

Intuibile, se non altro per istinto naturale,  nella sostanzialità del lavoro partecipato e condiviso, nella produzione necessaria, sufficiente ed auspicabile ... ma ancor più  e preminentemente nel sostegno dato da un uomo o da una comunità nei confronti del suo prossimo!

 

Mi rendo conto di viaggiare verso lidi estremi e per certi versi irraggiungibili.

Ciò non di meno, non è mia facoltà arrendermi anche se spesso rispetto a quell'apparenza io stesso tenda a soccombere o ritenermi inerme o arrendevole.

Trattasi comunque di sensazione passeggera poiché l'indole è indomita ed indomito sarà il mio incedere...

 

Un saluto,

Elmoamf

 

 

 

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