Non so se così è giusto ma ... temo che altrimenti possa essere sbagliato

15.08.2013 15:29

Il tema dell'altrernativa è un tema spesso, inevitabilmente, tragicamente considerato esclusivo e non più meticolosamente riflessivo, assennato ragionevole.

Essere o non essere, s'interrogava Amleto...

www.youtube.com/watch?v=q-a9sYGa_bU

 
"Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli. Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte.
Morire, dormire, sognare forse: ma qui é l'ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene: é la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto
con due dita di pugnale? Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte, la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore, a sgomentare la nostra volontà e
a persuaderci di sopportare i nostri mali piuttosto che correre in cerca d'altri che non conosciamo? Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l'incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso:
e dell'azione perdono anche il nome..."
 
La morte dell'anima è nel crepuscolo della coscienza... un endiade!
Appiattire, assopire, schivare, gettare, evitare, livellare, schiacciare...
La madre attende il figlio inquieta, sull'uscio ove il padre lo consegnò al destino. Un destino incerto che non ha colore, un destino ove l'agguato non ha umore. Ove ogni elemento ha un diverso spessore.
 
La morte dell'anima è nella mancanza d'alternativa poiché l'alternativa sterile non si interroga, non si oppone, placidamente declama e declina senza ossequi lesinare.
 
La morte dell'anima è un lento incedere verso una verità assoluta che concretamente non ci appartiene ma che è figlia d'altri e di un oscuro volere e potere.
 
L'avidità e l'ignominia sono i compensi che il padrone si appresta a concedere al servitore e dal quale si aspetta piena ed incondizionata sottomissione.
Non v'è alternativa razionale, logica o matematica in questa equazione poiché l'alternanza, in quest'ottica, non è frutto di condivisione, collaborazione, ponderazione ma di bieca interpretazione della realtà come esclusiva preda e giustificazione della propia brama ... cagione della ns superbia e dell'altrui clamore.
 
Si appresterà a togliergli lo scettro e ad affidarlo all'imbalzamatore affinché lo custodisca in attesa di tempi migliori...
 
Non so se così è giusto ma ... temo che altrimenti possa essere sbagliato!
 
 
La scena è tratta, la scenografia è pronta... mancano solo gli attori ma di quelli non v'è ancora traccia...
 
Un saluto,
Elmoamf
 
 
 
 

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