Privazioni

15.03.2012 19:41

Autore: Elmoamf

 

 

Come possiamo con certezza affermare che il susseguirsi degli eventi, generalmente condivisi, sia la conseguenza di coincidenze più o meno verosimili ?
Come possiamo supinamente accettare che la realtà dei fatti è quella cosi superficialmente presentata e maldestramente messa in piedi ?
Come ? Quale assurdo assunto ci impone la credulità (così come la crudeltà nel giudizio) ?
E la credenza a forme assurde di ricostruzione dei diversi avvenimenti ?
In nome di chi e/o in nome di cosa ?'
Perché nessuno si interroga sull'insostenibilità di determinate affermazioni ?
Sulla fallacia di "particolari" ricostruzioni rispetto alle realtà così come queste vengono descritte ?
Perché nessuno si ribella ? Perché nessuno si interroga ? Perché nessuno si mette in discussione o analizza in modo critico la circostanze ?
Evitando di compromettere la propria fragile integrità. Evitando di compromettere il proprio microcosmo.
Ognuno di noi cerca di sopravvivere senza essere sopraffatto.
Sopraffatto dalla verità troppo grande rispetto alla sua umana comprensione.
Sopraffatto dagli eventi troppo crudi rispetto al suo dolore e alla sua sopportazione.
Così i soprusi, le coercizioni, le violenze e le privazioni sono istantanee di evidenze "altre", fuori dalla ns quotidianità.
Evidenze che emergono remote. Lontante dal ns incedere e dal ns sentire.
Lontani dal ns patire i tormenti, mirabilmente più contenuti di ogni altra crudeltà esistente.
La privazione è qualcosa che va al di là del ns misero pensiero ... è qualcosa che purtroppo non siamo in grado di percepire.
Perché se solo lo fossimo ci renderemmo conto della sua assoluta gravità. Della sua estrema sostanza.
Viviano in ampolle di vetro ben protette dalla ns ipocrisia.
Sono costretto e premere in modo così ferreo su questo tasto perché l'ipocrisia è la genesi del ns agire.
Questo non vuole essere un giudizio di merito, una discriminante rispetto al buono o al cattivo insito nella classe media civilizzata.
No... questo non vuole essere un alibi o una appartenenza faziosa.
Una faziosità stile pro e/o contro nel grande gioco del dominio globale sull'uomo.
Nulla di tutto ciò.
La semplice, immediata pena come la semplice immediata vittoria e/o felicità.
Un bimbo, aspetto immediato della fragilità umana.
Esposto all'olocausto del "male" umano nelle piantagioni di schiavitù africane o terzomondiste.
In nome della libertà e del consumismo di una confezione di cacao presa dallo scaffale del supermercato di turno, a costo ridotto ...
Questo bimbo ideale messo a confronto con l'aspetto di un bimbo piangente accovacciato ai bordi di un gonfiabile di gomma ?
Un bimbo affranto e sperduto nella solitudine di un oasi "isolante" di gioco ludico cittadino.
Nella cornice altrettanto isolante di una comunità media del mondo "civilizzato".
Cosa non possiedono entrambi o il primo rispetto al secondo o, in ultima analisi, cosa li distingue profondamente ?
Il contesto sociale, l'evidenza del benessere (materiale ed immateriale - occidentalmentente, comunemente volgarmanete parlando) ?
Nulla !
Il dolore è lo stesso, stessa l'ansia, la paura e la sofferenza.
Inflitta, induttiva, coercitiva o naturalmente innaturale.
La sofferenza di un bambino è sofferenza assoluta frutto di privazione.
Ognuno di noi torna bambino nell'esperienza spesso cinica della privazione.
Privazione di sensi, privazione di possesso, privazione di sentimenti, di affetti, di emozioni.
Nella privazione siamo ridotti all'estremo. Al limite della ns umanità. Alla crudeltà e alla brutalità.
In definitiva ad automi ... in balia degli altrui eventi.
In balia delle altrui decisioni.
In balia...
Aggrappiamoci alla semplicità eterea del bimbo per combattere la privazione dall'adulto indotta.
Perché nel momento in cui sarà troppo arduo percepire l'induzione della privazione sarà troppo tardi ribellarsi ad essa.
E la sofferenza sarà enormemente più grande se non eterna...!
 
Aliena vitia in oculis habemus, a tergo nostra sunt (Seneca)
 

 

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